ABC Trota Lago - Rivista: "Pianeta Pesca" (Febbraio 2016)
Un elemento indispensabile: l’esca
Qualunque sia la stagione, qualsiasi sia la tecnica e quindi la lenza che si stà utilizzando, ogni qualvolta ci si reca a pesca, è sempre e comunque d’obbligo disporre di un’esca. Come è già stato anticipato nel primo articolo della rubrica: “ABC trota lago”, possiamo raggruppare tutte le esche in due grandi categorie: “esche naturali” delle quali fanno parte le più popolari camole del miele, i caimani, i lombrichi, ecc ed “esche artificiali o siliconiche”: le quali trovano largo impiego soprattutto per la loro facilità di conservazione e che sono presenti in commercio in moltissime varianti di forme, taglie e colori. Per esche naturali si intendono tutte quelle esche che sono presenti in natura e tra le più utilizzate per la pesca della trota in lago troviamo: le camole del miele, i caimani ed i lombrichi. Nella trota lago, un buon innesco è caratterizzato da: rotazione perfetta, robustezza, (in grado di resistere ai continui lanci e recuperi) e dimensioni proporzionate sia alla preda che si vuole insidiare che, all’amo impiegato.
“La camola”: la regina delle esche
Con il termine: "Camola" ci si riferisce ad un bruco della piralide degli alveari, appartenente alla numerosa famiglia dei "Microlepidotteri" che appartiene al mondo degli insetti. In natura, questo bruco, ha un corpo chiaro giallognolo, di forma rotondeggiante, suddiviso in segmenti anulari; misura circa 2-3 cm di lunghezza ed un diametro di circa 4 mm. L'intero corpo è ricoperto di piccoli peli chiari setolosi, mentre il capo presenta una colorazione bruna; nei primi segmenti del corpo sono presenti tre paia di zampe che gli permettono di muoversi. Questo bruco, sia date le sue caratteristiche esterne, sia per la sua vitalità, ma anche per la sua facile conservazione e reperibilità in tutti i negozi di pesca rappresenta, senza dubbio, l’esca d’eccellenza per la pesca della trota. La temperatura ottimale per la conservazione delle camole è compresa tra i +12° ed i +20° C circa; salendo troppo al disopra esse muoiono; mentre scendendo con la temperatura, fino a valori prossimi allo zero, i bruchi si immobilizzano, apparendo paralizzati e molto teneri al tatto creando così parecchi problemi nel realizzare un innesco robusto e roteante.
Manteniamole al caldo…
Proprio per questo, in particolar modo nella stagione in cui ci troviamo (inverno), è molto importante, sia a casa che sul luogo di pesca, mantenere le camole al “caldo”. Una semplice scatola termica non è sufficiente, per garantire alle camole di mantenersi in condizioni ottimali; si ricorre così all’utilizzo dei cosiddetti “scaldini” per innalzare la temperatura all’interno del contenitore porta esche. Si tratta di scaldamani monouso, che si posso trovare in qualsiasi negozio di caccia e pesca e che vengono venduti in coppia impacchettati all’interno di una confezione di cellofan sotto vuoto. Una volta estratto dal cellofan, il sacchettino scalda mani, che contiene alcuni ingredienti naturali (polvere di ferro, cellulosa, vermiculite, acqua) a contatto con l'ossigeno contenuto nell'aria si attiva e sprigiona calore grazie ad una reazione esotermica del ferro. La confezione, di ogni singolo scaldamani, è realizzata con un particolare tessuto non nocivo per l’ambiente che è in grado di controllare la quantità di aria che permea, onde regolarne la temperatura e la durata del calore sprigionato che varia dalle 6 alle 10 ore circa. Sarà quindi sufficiente sistemare, una volta aperto, il sacchettino scaldamani all’interno del contenitore porta esche assieme alle camole; per far si che esse si trovino ad una temperatura che gli garantisca di mantenersi belle “dure” e “vivaci” pronte per essere innescate.
Non solo gialle…
Quando ci troviamo a pesca, abbiamo spesso la necessità di stimolare l’appetito e l’aggressività di trote particolarmente “svogliate” dovendo ricorrere a varie strategie, come ad esempio l’impiego di esche alternative, tra le quali possiamo trovare: le camole colorate. Si tratta dello stesso identico bruco descritto in precedenza che, opportunamente trattato, assume una colorazione differente rispetto al caratteristico giallognolo con cui è presente in natura. In alcuni negozi di pesca si possono trovare infatti, oltre ai classici scatolini di camole naturali, confezioni contenenti camole colorate: rosse, verdi, blu, ecc. La camola, di qualunque colore essa sia, può essere innescata sia singolarmente che in coppia; oppure assieme ad altre esche naturali come il verme ed il caimano o in alternativa accoppiata ad esche artificiali quali, ad esempio, lo spaghetto siliconico ma, in tutti i casi, è sempre di fondamentale importanza garantire una perfetta rotazione dell’esca. Per un innesco singolo si prediligono ami piccoli del n° 8 – 10; mentre per un innesco doppio è preferibile utilizzare ami del n° 6 - 8. Nel caso di un innesco doppio calzeremo l’intera camola, a partire dalla coda, fino a far uscire l’amo dalla parte della testa e la “spingeremo” salendo un pezzo anche sul filo. Infileremo poi la seconda camola, partendo dalla testa, fin circa la sua metà laddove faremo uscire l’amo in modo che la restante “coda” funga da elica. In questo modo, le due camole, formeranno assieme una “L” a garanzia di un’ottima rotazione. Al fine di stimolare l’appetito e la curiosità di trote particolarmente svogliate può rivelarsi spesso appagante effettuare un innesco doppio accoppiando camole di colori differenti; oppure sostituendo la prima camola con un “tronchetto” di verme, di caimano o di qualsiasi esca siliconica di dimensioni simili a quelle di una camola. Nel caso di un innesco singolo invece i metodi di pinzatura sono differenti: possiamo ad esempio infilare la camola, partendo dalla coda, ed attraversarne l’intero corpo facendo uscire l’amo dalla parte della testa per far scorrere poi l’intera esca sul filo. In tal modo la camola rimarrà “bloccata” sul filo dalla paletta dell’amo che, durate lo striscio, le farà assumere una forma ad elica e la sua rotazione sarà assicurata. Un metodo veloce ed alternativo per effettuare l’innesco di una camola singola è quello di pinzare due volte la camola: la prima entrando con l’amo appena dietro la testa, poi nuovamente appena sotto e facendo uscire la punta quasi all’estremità della coda mantenendo una piccola “codina” che ne faciliterà la rotazione. In alternativa, per ottenere un innesco singolo di ottima qualità rotativa e di grande tenuta al lancio, possiamo innescare una “camola cucita” nel seguente modo: inserire l’amo appena sotto la testa della camola e far fuoriuscire l’amo dalla parte opposta del corpo. Spingere la camola fino sul filo. Mantenendo il filo molle, cucire la camola ripassando all’interno del corpo iniziando da qualche millimetro sotto la testa. Attraversare quindi tutto il corpo della camola e far fuoriuscire l’amo qualche millimetro prima della coda.
“Il lombrico” comunemente chiamato: verme
Il 'lombrico” detto anche Lumbricus terrestris, comunemente chiamato “verme di terra” è un anellide appartenente alla sottoclasse oligochaeta. Il suo corpo, di colore bruno rossiccio, può raggiungere lunghezze anche di a 80mm ed è composto da molti anelli, ciascuno dei quali è dotato di 4 paia di setole orientate normalmente verso il posteriore. Con i movimenti di allungamento e contrazione del corpo queste setole, piantandosi nel terreno, permettono al verme di fare "presa" e quindi di avanzare, anche sotto terra. Durante la sua lunga vita, dai 4 ai 6 anni circa, esso vive nel terreno umido ed argilloso, da dove fuoriesce soprattutto di notte o dopo la pioggia; egli non riesce a vivere in ambienti secchi per cui, fuori della terra, muore. Il lombrico è un ermafrodita imperfetto ovvero, pur possedendo gli apparati sessuali sia maschili sia femminili in uno stesso individuo, non può autofecondarsi, deve quindi obbligatoriamente accoppiarsi con un altro soggetto sessualmente maturo, per ricevere lo sperma e fecondare quindi, reciprocamente, le uova. Sia l'estremità anteriore che quella posteriore di un lombrico sono in grado, entro certi limiti, di rigenerarsi e la capacità di rigenerazione dipende dalla specie, dalla posizione della ferita e dalla taglia del frammento che rimane. Generalmente piùè grande il numero dei segmenti perduti più corto sarà il verme rigenerato, fino al punto in cui la rigenerazione non avviene affatto. Nella parte centrale del corpo si trova un anello rigonfio detto: clitello formato da un ispessimento del tessuto di rivestimento: se il lombrico viene sezionato a questo livello, non rigenera la parte mancante. Nella pesca alla trota in lago questo verme, particolarmente apprezzato da trote fario e salmerini, risulta essere un’esca molto versatile e particolarmente resistente. Può essere innescato sia singolarmente che abbinato ad una camola del miele; sia in presenza di molto pesce, che durante l’azione di ricerca. Grazie alla sua pelle molto robusta viene spesso impiegato, anche durante i primi turni di gara, innescato su ami del n°4/6, abbinato ad una camola del miele, per realizzare un innesco doppio roteante e particolarmente resistente. In questo caso sarà necessario troncare il verme, con un paio di forbici, a circa metà della sua lunghezza, per poi innescare, a partire dalla testa, la metà ottenuta e farla salire fino sul filo. Si aggiungerà poi la camola, partendo dalla testa, fin circa la sua metà laddove faremo uscire l’amo in modo formare la solita “L” a garanzia di una rotazione perfetta. Come accennato in precedenza però, il lombrico può essere innescato anche singolarmente in modo da ottenere un innesco particolarmente robusto, resistente a lunghi lanci, ma allo stesso tempo molto invitante e quindi particolarmente indicato in presenza di trote poco propense ad abboccare. Grazie alla sua robusta “pelle” esso non subirà alcun danneggiamento durante la fase di lancio e proprio per la sua “morbida” consistenza, durante la fase di abboccata, difficilmente ci consentirà di ferrare a vuoto. E’ consigliabile effettuare un innesco singolo del verme di terra su ami del 6/8, (a seconda della lunghezza del lombrico) infilandolo a partire dalla testa e fuoriuscendo poi a circa ¾ della sua lunghezza affinché si ottenga la forma della classica “L” come evidenziato in figura. Nel caso in cui ci trovassimo ad avere a che fare con vermi eccessivamente lunghi effettueremo lo stesso tipo di innesco descritto in precedenza ma, in questo caso, soltanto dopo aver troncato, con un paio di forbici, parte del verme risultante eccedente.
“Il kaimano”
Con il termine “Kaimano”, per la sua propensione a mordere, ci si riferisce ad un coleottero scientificamente denominato “Zophobas morio” facente parte della più grande famiglia dei tenebrionidi. A questa famiglia di coleotteri appartengono almeno quattro specie, che vengono più o meno frequentemente allevate come cibo per "animali insoliti", tra cui il cosiddetto “Kaimano”: un coleottero di colore nero, proveniente dall’America centrale, che di solito infesta i granai; il quale ha un ciclo vitale molto lungo (circa un anno). Prima di diventare un coleottero, il caimano, è una larva che, escluse le sue notevoli dimensioni, può assomigliare alla camola della farina per consistenza coriacea della sua pelle. Questa larva ha una forma tondeggiante suddivisa in segmenti anulari visivamente marcati e può raggiungere una lunghezza di circa 4 cm ed un diametro di circa 4 mm. Il suo corpo è di colore giallo ocra, il capo assume una colorazione bruna; mentre una striscia di colore marroncino evidenzia il distacco tra i vari segmenti anulari. Il kaimano, è reperibile nei negozi di pesca all’interno di scatoline contenenti una particolare segatura e proprio grazie alla sua corazza, molto robusta, consente di poter realizzare un innesco altrettanto robusto e resistente. Come la camola ed il lombrico anche il kaimano può essere innescato singolarmente nonostante personalmente mi sento di sconsigliare questo tipo di innesco in quanto, a causa della sua “corazza”, potrebbe essere responsabile di qualche ferrata a vuoto di troppo; abbinato invece ad una camola del miele, costituisce un innesco doppio molto resistente e roteante. Trattandosi di una larva piuttosto lunga, nel caso di un innesco doppio, è bene sezionare il kaimano, con un paio di forbici, a circa metà della sua lunghezza eliminando la parte della testa per poi innescare, partendo dalla coda, la metà rimanente facendola salire fino sopra al filo. Si innescherà poi la camola, partendo dalla testa, fin circa la sua metà laddove faremo uscire l’amo in modo formare la solita “L” a garanzia di una rotazione perfetta. Come per l’innesco doppio lombrico-camola, anche in questo caso, è consigliabile utilizzare ami della misura 4 – 6; per un innesco singolo del kaimano è invece preferibile ricorrere al cosiddetto: “kaimano bianco”; il quale non è altro che il risultato che si ottiene bloccando la muta del caimano normale. Durante la fase di muta infatti, la larva di kaimano cambia la propria pelle marrone che per un breve periodo di tempo (pochi minuti) assume una colorazione bianca e la sua corazza risulta decisamente più tenera della precedente. In quel particolare momento, gli allevatori, trattano le larve con tecniche specifiche, ed a volte differenti, per poi confezionare le esche in sacchettini sottovuoto oppure in piccoli barattoli che possiamo trovare in tutti i negozi di pesca. La peculiarità del kaimano bianco è racchiusa nel fatto che, se ben innescato, si caratterizza per una rotazione eccezionale che consente di ottenere ottimi risultati, in termini di catture, anche nelle situazioni più difficili. Per quanto riguarda il suo innesco è consigliabile utilizzare ami del n°6-8, a seconda della dimensione della larva, innescando il caimano partendo dalla parte della coda ed uscendo con l’amo qualche millimetro prima della testa, formando la solita “L” a garanzia di un’ottima rotazione.
Quale esca e quando
Venuti a conoscenza delle varie esche naturali, indicate per la pesca della trota lago, e chiarite le loro principali caratteristiche vi domanderete senz’altro quando e perché preferire l’una all’altra. Personalmente ritengo la pesca una scienza imperfetta: basata si su solide teorie ma, allo stesso tempo, spesso in grado di stupire il pescatore stravolgendone le proprie convinzioni. Così, anche per quanto riguarda la scelta del l’esca, ci si basa su teorie fondate ma sarà soprattutto l’esperienza di ognuno di noi a stabilire quale sia la più adatta ad ogni situazione. Tra le varie esche naturali la camola è senza dubbio l’esca per eccellenza, la più popolare ed anche quella con cui si da il via alla maggior parte delle battute di pesca. Si prediligerà quindi l’innesco di una camola singola in presenza di trote in quantità oppure per una pesca in superficie; avendo cura di “cucire” la camola quando si effettua una pesca a bombarda, a garanzia di un’ottima tenuta e conseguente rotazione. Se si desidera ottenere invece un innesco più voluminoso, indicato in particolar modo in presenza di acqua torbida o per una pesca in profondità a ridosso del fondo, si sceglierà un innesco doppio costituito, non soltanto da due camole, ma ricorrendo ad alternative come: il lombrico, il kaimano o le camole colorate al fine di stimolare l’appetito e la curiosità di trote particolarmente indolenti. Anche la singola camola cucita, magari colorata, così come il verme o il kaimano bianco, innescati singolarmente, si rivelano spesso appaganti in presenza di trote inappetenti, soprattutto se uniti alla scelta di terminali tendenzialmente lunghi e sottili allo scopo di una presentazione sempre più naturale dell’esca. La scelta del colore (nel caso delle camole) o dell’abbinamento di colori (in caso di inneschi doppi) varia da situazione a situazione: non esiste un colore o un abbinamento di colori che si rivela più redditizio in termini assoluti ma dovrà essere il pescatore, grazie alla propria esperienza ed alle proprie abilità, a saper individuare quale sia la scelta o l’abbinamento cromatico più adatto ad ogni situazione. L’unico consiglio che mi sento di fornirvi in merito a questo argomento, utile ogni qualvolta vi troviate a dover affrontare situazioni in presenza di trote particolarmente indolenti, è quello di variare spesso la tipologia, la forma ed il colore dell’innesco in quanto, la continua variazione, si rivela spesso appagante. Effettuando lunghi lanci, con bombarde da 30gr ed oltre, può invece accadere che la semplice camola cucita, a volte anche a causa della sua non ottimale conservazione, non regga al lancio ma tenda a “scoppiare” durante la frustata. In situazioni come questa il mio consiglio è quello di innescare un verme singolo, il quale costituisce un innesco particolarmente robusto e resistente al lancio. Con quest’ultimo credo di aver esaurito tutti i miei consigli in merito ai vari inneschi indicati per la pesca della trota lago ed effettuati utilizzando le varie esche naturali. Se vi restano alcuni dubbi o se avete suggerimenti, che vi fa piacere condividere con me, non esitate nel contattarmi attraverso il mio indirizzo mail; sarà per me un piacere interagire con tutti voi.
By Bonez