Capita spesso, soprattutto per chi si avvicina all’agonismo, o per chi comunque senta parlare degli agonisti trota lago, di sentire parlare di: “pesca a vista”. Non si tratta di una vera e propria tecnica di pesca, ma semplicemente, di una pesca che si fa rigorosamente a galla in cui, nella maggior parte dei casi, si utilizza il piombino o comunque la catenella o le sonar, nella quale non si fa altro che seguire con i propri occhi l’esca dall’inizio alla fine del suo percorso. Questa tipologia di pesca, da effettuare a nostro avviso rigorosamente con l’ausilio di un paio di occhiali polarizzati, viene attuata soprattutto durante le gare e molto spesso nei primi turni di gara; quando, a pochi metri dalla riva, sono presenti branchi di trote appena sotto il pelo dell’acqua. In queste situazioni le trote sono, nel 99% dei casi, estremamente voraci e pronte ad aggredire qualsiasi cosa cada in acqua nelle loro vicinanze. Non’appena la nostra lenza cadrà in acqua subirà numerosi attacchi, da parte delle trote, e non tutti diretti all’esca, ma anche alla zavorra (piombo, catena o sonar che sia) e grazie ai nostri occhi, osservando la nostra esca, potremo vedere quando viene attaccata ed inghiottita per poi ferrare immediatamente, ignorando gli attacchi che avvertiremo sulla cima della nostra canna. Man mano poi che le trote diminuiscono si utilizza la vista per individuare le sagome delle trote appena sotto al pelo dell’acqua, per lanciare poi la nostra esca un po’ più in la rispetto a loro, evitando così di spaventarle. Una volta che l’esca cade in acqua si inizia subito a recuperarla in direzione della trota avvistata, senza preoccuparsi di guardare la cima della canna, ma fissando sempre la nostra esca, che verrà molto probabilmente seguita dalla trota fino al punto di subire un attacco e di essere addentata. A questo punto è necessaria la solita immancabile ESPERIENZA per poter stabilire quale sia il momento esatto in cui ferrare, ma teoricamente possiamo creare due distinzioni: la ferrata “al volo” e la ferrata “assicurata”. La ferrata al volo si effettua spesso durante i primi turni di gara, quando bisogna perdere il minor tempo possibile e consiste nel ferrare al primo attacco della trota, non’appena l’esca sparisce dalla nostra vista. Tra le due tipologie di ferrata, è quella che statisticamente ci garantisce minori probabilità di successo in quanto la trota, soprattutto di piccola taglia, difficilmente tende ad ingoiare subito l’esca, ma prima di masticarla ed ingoiarla sferra diversi attacchi nei confronti della sua preda aggredendola e sputandola alternativamente. Scegliendo quindi di ferrare “al volo” bisogna avere prontezza e reattività in modo da ferrare nel momento esatto in cui l’esca viene attaccata, ma sicuramente prima che essa venga sputata, pena una ferrata a vuoto detta anche “liscio” o lisciata”. Detto a parole può sembrare abbastanza semplice, non è invece altrettanto semplice individuare correttamente questo momento fatidico e quindi saper effettuare una ferrata “al volo” che ci garantisca successo, se non grazie a tantissima ESPERIENZA; se volete quindi imparare a ferrare correttamente “al volo” provate, provate e provate, senza scoraggiarvi di fronte a innumerevoli “lisciate”. Se non state effettuando una gara e non avete quindi necessità di dover risparmiare qualche secondo di tempo, affidatevi alla ferrata che denominiamo: “assicurata”; in quanto statisticamente, se correttamente effettuata, ci garantisce la quasi totalità di successo. Essa consiste, a differenza della precedente, nell’attendere che la trota addenti l’esca e che successivamente si metta a masticarla, prima di ferrare. Il momento della masticazione è facilmente individuabile e riconoscibile osservando la bocca della trota e prestando particolare attenzione alle branchie; le quali, durante la masticazione si muoveranno continuamente; ed è proprio in questa fase che dovremo ferrare. Ovviamente questa è la teoria, la pratica poi richiede in entrambe i casi molta esperienza, non solo per saper individuare il momento in cui ferrare, ma anche per saper interpretare la tipologia di abboccata che ci troviamo a dover affrontare in quel momento. Potrebbe infatti capitare di trovarsi ad avere a che fare con trote particolarmente apatiche, o sospettose, che faticano ad ingoiare l’esca e dover essere in qualche modo “costretti” a dover effettuare una ferrata “al volo” durante uno degli attacchi sferrati nei confronti dell’esca, in quanto rischieremmo di non trovarci mai nella situazione di assistere al momento della masticazione dell’esca. Non sempre quindi saremo noi a dover scegliere quale tipologia di ferrata effettuare, ma in alcuni casi, come ad esempio in quello appena descritto, la scelta della ferrata ci verrà imposta dalle trote stesse e saremo noi a doverci adattare per mettere in pratica la giusta ferrata. Oltre a faticare ad ingoiare l’esca, può capitare, durante le fasi di ricerca, di avere a che fare con trote apatiche che tendono a disdegnare l’esca ignorandola durante il suo passaggio; in questi casi è sicuramente utile, se possibile, variare il colore o il tipo di esca cercando di stimolare l’appetito o la curiosità della trota. Se anche questo non bastasse un ulteriore consiglio è quello di provare a variare le velocità di recupero, passando da un recupero molto lento ad uno molto veloce o di lasciar cadere il piombo verso il fondo; spesso le trote in questo modo vengono molto stimolate ed inseguono l’esca. Così facendo si rischierà però di perdere di vista l’esca e si seguirà quindi l’eventuale abboccata e la conseguente ferrata secondo le normali indicazioni. Ora che abbiamo descritto come avviene la pesca a vista, quali sono gli accorgimenti da adottare e come effettuare la ferrata non rimane che parlare dell’attrezzatura e della lenza da utilizzare: la canna ideale per la pesca a vista è una canna rigida e reattiva. Infatti, dato che l’abboccata viene seguita a vista, non è necessario avere un attrezzo estremamente sensibile, ma è bene che sia invece molto reattivo in modo che non’appena ferreremo la ferrata verrà trasmessa immediatamente. La lenza da utilizzare in presenza di un bel branco di trote è senza dubbio la classica lenza a piombino; utilizzando come zavorra un piombo short o slim da 3-4 grammi: più pesante e tozzo (short) con trote veloci, mentre più leggero e allungato (slim) con trote un po più lente. Il terminale, del diametro 0,18 – 0,20 deve essere tendenzialmente corto per permettere di meglio manovrare l’esca e per essere più reattivi con la ferrata; quindi da 40 a 80 centimetri massimo; anche in questo caso più verso i 40 con trote decise, mentre più verso gli 80 con trote più sospettose. In presenza invece di trote sporadiche e piuttosto apatiche la lenza può subire variazioni sia per quanto riguarda la zavorra, sostituendo il piombino con un vetrino, con le sonar o con una catenella di styls, sia per quanto riguarda il terminale che può essere leggermente allungato ma soprattutto assottigliato utilizzando filo dello 0,12. Qualunque sia la lenza e qualunque sia la situazione il consiglio dei Macinator è quello di avere sempre e comunque molta calma perché pescando le trote a vista è ancora più facile andare in panico; spaventarle, insospettirle, ma soprattutto collezionare una serie di “lisci” infiniti.
by Bonez
Ora vi dimostriamo, con questo video, come si cattura una trota avvistata a pochi metri da riva appena sotto il pelo dell’acqua: