Come, quando realizzarlo e perchè...
Sia che si parli di agonismo, che di pesca "ad ore", nella pesca alla trota in laghi di modeste dimensioni, si ha spesso l’esigenza di raggiungere notevoli distanze di lancio per riuscire ad effettuare qualche cattura. In questi casi, l’utilizzo di monofili di diametro particolarmente ridotto ed il contestuale impiego di una bombarda da 30 – 35 grammi, unita ad altri fattori quali la tecnica di lancio, la “reattività” della canna e le caratteristiche di imbobinamento di specifici mulinelli, permettono al pescatore di poter raggiungere distanze davvero notevoli. Anche se può sembrare scontato ci tengo comunque a ricordare che l’attrito prodotto dal filo che scorre negli anelli e la resistenza che esso oppone al lancio è tanto minore, quanto minore sarà il suo diametro; è altrettanto risaputo che il lancio sarà tanto più lungo quanto maggiore sarà il peso della bombarda utilizzata. Purtroppo però, non è possibile accoppiare questi due elementi in quanto un nylon di diametro troppo sottile non riuscirebbe a sopportare un grande “sforzo” come quello generato durante la fase di lancio da una zavorra di 30 grammi ed oltre. Per tale motivo è essenziale quindi che il filo abbia un carico di rottura sufficientemente elevato per poter resistere a questo “shock”, ma utilizzando un nylon di diametro elevato (es 0.25 mm) si raggiungerebbero distanze di lancio molto limitate.
Così, per poter raggiungere distanze di lancio elevate con bombarde da 25 – 30 grammi ed oltre si ricorre all’impiego del cosiddetto “Shock leader”; ossia uno spezzone di filo di lunghezza pari al doppio della lunghezza della canna, solitamente di diametro 0.22 – 0.25 mm, saldamente legato al filo (0.16 mm) “imbobinato” sul mulinello che funga da “parastrappi” in fase di lancio, ma che grazie al sottile diametro del filo in bobina consentirà di raggiungere distanze di lancio elevate. Il punto dolente dello shock leader è il nodo di giunzione fra lo stesso ed il trave (filo imbobinato sul mulinello); tale nodo dovrà avere essenzialmente due caratteristiche: dovrà essere estremamente resistente e dovrà, inoltre, essere di dimensioni particolarmente ridotte per limitare al massimo l’attrito sugli anelli durante la fase di lancio (tale attrito oltre ad essere deleterio per l’attrezzatura ridurrebbe sensibilmente la distanza di lancio). Il nodo che consiglio quindi di realizzare per effettuare questa giunzione è chiamato: “nodo di sangue” e la sua realizzazione è la seguente:
Metodo 1
Metodo 2
Ci tengo a sottolineare che è molto importante che il volume del nodo sia il più ridotto possibile; vi invito quindi a realizzare il nodo avendo cura che risulti il più sottile possibile e di tagliare molto a filo i “baffetti” di filo in eccesso. In quanto al filo da utilizzare per effettuare lo spezzone shock leader, dal mio punto di vista, siete liberi di scegliere quello che volete, purchè abbia un diametro 0.22 – 0.25 mm ed un buon carico di rottura. Concludo questo articolo con un ultimo suggerimento: se avete dubbi sulla resistenza e tenuta del nodo che avete appena realizzato o se avete il timore che esso si possa sfilare; al termine della realizzazione del nodo, ponete sul nodo stesso, una goccia di cianoacrilato (Super Attak) ed otterrete un fissaggio completo del nodo.
by Bonez
Il risultato finale dovrà essere all'incirca questo: