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Il lombrico

Il lombrico detto anche Lumbricus terrestris, comunemente chiamato “verme di terra” è un anellide appartenente alla sottoclasse oligochaeta comprendente, con circa 10 000 specie, più della metà delle specie totali; il gruppo è rappresentato da organismi di acqua dolce e di terra, ma anche da diverse forme marine interstiziali. Il suo corpo, di colore bruno rossiccio, può avere una lunghezza fino a 60mm ed è composto da molti anelli ciascuno dei quali è dotato di 4 paia di setole orientate normalmente verso il posteriore; con i movimenti di allungamento e contrazione del corpo queste setole, piantandosi nel terreno, permettono al verme di fare "presa" e quindi di avanzare, anche sotto terra. Durante la sua lunga vita, dai 4 ai 6 anni circa, esso vive nel terreno umido ed argilloso, da dove fuoriesce soprattutto di notte o dopo la pioggia; egli non riesce a vivere in ambienti secchi, per cui, fuori della terra, muore. Il lombrico è un ermafrodita imperfetto ovvero, pur possedendo gli apparati sessuali sia maschili sia femminili in uno stesso individuo, non può autofecondarsi, deve quindi obbligatoriamente accoppiarsi con un altro soggetto sessualmente maturo, per ricevere lo sperma e fecondare quindi, reciprocamente, le uova. Sia l'estremità anteriore che quella posteriore di un lombrico sono in grado, entro certi limiti, di rigenerarsi e la capacità di rigenerazione dipende dalla specie, dalla posizione della ferita e dalla taglia del frammento che rimane. Generalmente più è grande il numero dei segmenti perduti più corto sarà il verme rigenerato, fino al punto in cui la rigenerazione non avviene affatto. Nella parte centrale del corpo si trova un anello rigonfio detto clitello formato da un ispessimento del tessuto di rivestimento: se il lombrico viene sezionato a questo livello, non rigenera la parte mancante. Nella pesca alla trota questo verme, particolarmente apprezzato da trote fario e salmerini, risulta essere un’esca molto versatile; può essere infatti innescato singolarmente, oppure abbinato ad una camola del miele sia in presenza di molto pesce, che durante l’azione di ricerca; grazie infatti alla sua pelle molto robusta, viene spesso utilizzato durante i primi turni di gara, su ami del n°4/6, abbinato ad una camola del miele, per realizzare un innesco doppio roteante e molto resistente. In questo caso bisognerà troncare con un paio di forbici il verme, a circa metà della sua lunghezza, e poi innescare a partire dalla testa la metà ottenuta e farla salire fino sul filo per poi aggiungere la camola innescata per formare la solita “L” come mostrato in figura:

Come accennato in precedenza però, il lombrico, innescato singolarmente, può diventare un’esca formidabile anche durante l’azione di “ricerca”; riuscendo grazie alla sua rotazione ed al suo colore, a richiamare l’attenzione e risvegliare l’aggressività di trote piuttosto apatiche o diffidenti e grazie alla sua ”morbida” consistenza difficilmente ci consentirà di ferrare a vuoto. E’ possibile effettuare un innesco singolo del verme di terra su ami del 6/8, preferibilmente a gambo lungo (a seconda della lunghezza del lombrico) infilandolo a partire dalla testa e fuoriuscendo poi a circa ¾ della sua lunghezza affinchè prenda la forma della classica “L” come evidenziato in figura:

Nel caso in cui ci trovassimo a che fare con vermi, la cui lunghezza risulta essere eccessiva, è possibile effettuare lo stesso tipo di innesco dopo aver troncato, con un paio di forbici, parte del verme risultante eccedente per poi effettuare l’innesco esattamente come in precedenza infilando il lombrico sull’amo partendo dalla parte non troncata ed ottenendo il risultato mostrato in figura:

by Bonez

 


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